“BOLOGNA
S’IMMAGINA” E LA COMUNICAZIONE MULTIMEDIALE" a
cura di Giancarlo Baiano – insegnante della Scuola Elementare Longhena di Bologna Che
una prospettiva di sviluppo delle potenzialità comunicative ed espressive degli
uomini potesse utilizzare una pluralità di linguaggi è una convinzione in me
profondamente radicata, e che tale ricerca evolutiva potesse essere sperimentata
nella pedagogia, nella didattica e nella quotidiana interazione del lavoro coi
bambini ha costituito per me una forte sensazione motivazionale ad avventurarmi
nel mio mestiere verso questo orizzonte: parlare di sensazioni psico/corporee,
del proprio vedere, sentire, annusare, tastare, dipingere coi suoni, suonare coi
colori, muoversi nelle sensazioni visive e sonore, a costituire apprendimenti,
comunicazioni ed un linguaggio globale in noi archetipicamente e
fisiologicamente radicati, secondo la teoria e la metodologia della Globalità
dei Linguaggi, sviluppata dalla Prof. ssa Stefania Guerra Lisi e dal Prof. Gino
Stefani, che ipotizza la presenza di una potenzialità umana, generale e
radicata, di sentire secondo un codice “emo-tono- fonico” acquisito nella
fase prenatale, “origine di archetipi e simboli inconsciamente attivi, che
accomuna le diversità umane e fa emergere delle costanti espressive nel
Bambino, nell’Handicappato, nell’Artista. “ La
mia collaborazione col Maestro Nino Migliori risale al 1992, quando con la
classe di prima elementare abbiamo elaborato un progetto di ricerca espressiva
dei bambini nel campo linguistico e fotografico utilizzando il materiale
Polaroid, ho in seguito approfondito questa ricerca, nel corso di cinque anni,
facendo interagire e comunicare tra loro il linguaggio logico-matematico, il
linguaggio visivo, sonoro, psicomotorio e verbale: produrre opere espressive
lavorando sulle superfici e le dimensioni spaziali della geometria, far animare
forme e colori con l’ascolto dei suoni, per conseguire competenze globali che
attengono contemporaneamente ai diversi linguaggi ed alle loro grammatiche. I
risultati del lavoro intorno a questo progetto, denominato “Bambini fra le
Immagini”, sono stati esposti in una mostra all’interno della rassegna
internazionale di fotografia “May Light”, tenutasi nel Maggio del 1997, con
il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e l’Assessorato alla Pubblica
Istruzione del Comune di Bologna. Per approfondire la ricerca nel campo della comunicazione globale ho elaborato un progetto di sperimentazione didattica e l’allestimento di un laboratorio audiovisivo e multimediale denominato “Progetto AMUSE – atelier multimediale scuola elementare”, nel quale i bambini sperimentano l’uso delle nuove tecnologie in chiave espressiva e comunicativa, mettendo in relazione la ricerca espressiva del corpo e dei materiali con le riprese attraverso la telecamera digitale, l’ascolto e la produzione sonora con immagini televisive e computer, gli elaborati dell’Atelier di Scrittura con presentazioni multimediali su cd-rom, ritualità profonde e dense di conoscenze non verbali con sofisticati montaggi digitali, per una Scuola dove il sapere non sia gerarchizzato, ma si costituisca in una fitta rete di interconnessioni razionali e biologiche, che affonda le sue radici nelle modalità più profonde e generalizzabili che hanno caratterizzato i nostri primi contatti con la realtà e con la vita, producendo e motivando conoscenza. Le
attività di laboratorio con i bambini sono state finalizzate alla produzione di
opere multimediali, illustrate dal sottoscritto al Convegno Mondiale
“L’Emozione di Conoscere e il Desiderio di Esistere”, organizzato dalla
Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna e ad un
corso di formazione sulla multimedialità e l’arte, organizzato dalla Galleria
di Arte Moderna. E’
in questo clima di ricerca che trova le sue motivazioni la mia fortunata
partecipazione come collaboratore al Progetto “BOLOGNA S’IMMAGINA”, un
nuovo incontro col Maestro Nino Migliori, sempre frizzante e geniale forgiatore
di idee sulla comunicazione, aperto ad un costante confronto con le giovani e
fresche energie espressive dei bambini. La mia
collaborazione mi è parsa immediatamente coerente alle linee di ricerca già
intraprese col progetto “AMUSE” ed, in generale, ai contenuti di un lavoro
didattico di indagine socio ambientale: ricercare momenti in cui i bambini si
mettano in relazione emotiva e critica con la loro città, andando a caccia di
luoghi in cui trovare corrispondenze del loro vissuto emozionale, ma anche
scavare e scovare luoghi emblematici delle loro radici culturali, storiche e
sociali, utilizzare il linguaggio fotografico per evidenziare relazioni e
contrasti, campionare sonorità concrete della città e rielaborare il materiale
visivo e sonoro in una tessitura audiovisiva e multimediale originale da cui
possa emergere uno spaccato di una Bologna pulsante di armonie e contrasti vista
e vissuta dai bambini del 2000. Se
“BOLOGNA S’IMMAGINA”, ritengo che a questo banchetto sull’immaginazione
non possano mancare i bambini con la loro freschezza ed immediatezza espressiva,
con la loro voglia di conoscenza di se stessi e dell’ambiente in cui vivono e
con la loro creatività nell’accostare immagini a suoni, per analogia o per
contrasto. Come
potranno immaginarsi la loro città i bambini? Come potranno coglierne e
rappresentare aspetti globali, percezioni globali, emotivamente e razionalmente
espresse sotto la forma di immagini fotografiche e suoni? Perché
di questo si tratta nel nostro progetto di lavoro: scorribande curiose con lo
scopo di catturare immagini e suoni della nostra città per generarne frammenti
visivi e sonori che possano dar vita ad una spettacolare multivisione, in cui la
quantità e la contemporaneità dei messaggi audiovisivi costituirà un cuore
pulsante di cellule comunicative ed in cui la nostra città, frantumata e
vitale, potrà apparire, quale è, un organo in continua trasformazione, un
mosaico randomizzato di armonie e contrasti, una sinfonia incompiuta e parlante
del duemila. A
dare la voce alla nostra Bologna del duemila ci saranno anche i bambini, che con
le loro esplorazioni visive e sonore attraverseranno quell’avventuroso
sentiero in cui la comunicazione e l’espressione si
incontrano con la conoscenza: di luoghi, di suoni e rumori, di odori, che
generano ricordi e sensazioni, fondano saperi, stimolano trasformazioni,
rovesciano le abitudini e moltiplicano i punti di vista di una città che, non
più subita passivamente, potrà assumere le forme di un orizzonte di possibilità
esistenziali che guardano al nuovo millennio con rinnovata energia comunicativa
ed espressiva. Infatti
il lavoro consisterà in periodiche esplorazioni nelle strade della città per
catturarne gli aspetti più significativi, ma anche per dare rilevanza e
significato, attraverso la mediazione dello strumento fotografico e della
registrazione sonora, a luoghi e situazioni che un passaggio distratto può far
apparire “normali”; tutta la “normalità” di una città può accedere ad
un più cosciente livello di visibilità e trasformarsi in “eccezionalità”,
attraverso un processo di sottolineatura messo in moto dall’uso dei mezzi di
comunicazione audiovisiva; il “normale” sottofondo sonoro che accompagna i
bambini e i cittadini di Bologna da “rumore” può diventare “colonna
sonora”, “sinfonia di musica concreta”; così una realtà che nel
quotidiano potrebbe sfuggirci, poiché i suoi contorni tendono a restringersi in
un consumo privato, può essere rappresentata in un disegno espressivo di
immagini e suoni e, divenuta oggetto artistico, essere conosciuta, assimilata e
trasformata da ciò che è in ciò che potrebbe essere. settembre 2000 |