SCUOLA LONGHENA
1999 -2000
classe
1 C insegnanti Cristina Brini e Irene Orsi
la
sicurezza a scuola
Relazione sull'itinerario didattico seguito nelle varie fasi di esecuzione del lavoro.
Educazione alla sicurezza.
Obiettivi:
- individuare le situazioni peculiari dei diversi ambienti (casa, scuola, supermercato, ecc.);
- conoscere le fonti di pericolo a scuola;
- acquisire consapevolezza della "paura";
- acquisire fiducia negli altri, per potersene avvalere in caso di pericolo;
- acquisire la capacità di muoversi in modo ordinato, controllato e rapido;
- acquisire abilità e destrezze finalizzate a una rapida evacuazione.
Premessa
Avendo vissuto in modo intenso e particolarmente utile l'esperienza legata al "Progetto di Protezione Civile", che ha previsto un corso di aggiornamento dei docenti (anno1993/'94), successivamente ogni scuola ha fatto seguire un lavoro di riflessione e di appropriazione delle informazioni offerte dal corso e un lavoro di elaborazione pedagogico-didattica, per tradurre il tutto in comportamenti pratici educativi, messi in atto, negli anni seguenti, con gli alunni del plesso.
Itinerario didattico
Fase 1
Il lavoro è stato iniziato durante il secondo mese di scuola, per fornire ai bambini gli strumenti adeguati a sperimentare la prima prova di evacuazione.
Operando in una classe prima, attraverso conversazioni e discussioni, si è cercato, utilizzando il metodo ipotetico-deduttivo, di portare gli alunni alla consapevolezza delle diverse situazioni che si possono creare, in caso di pericolo, a casa e a scuola: a scuola siamo tanti!
Fase 2
Da questo presupposto si è dato spazio agli alunni per esprimere le "paure" e individuare le situazioni che ritengono "pericoli" nell'ambito scolastico.
Sono emerse "paure" inimmaginabili e a volte condizionate da immagini televisive: i terroristi arrivano dal cielo in aereo; uno splendido cedro del Libano, situato davanti alla finestra della classe, diventa minaccioso e può cadere sulla scuola; ecc.! Questa fase è stata particolarmente coinvolgente e ha mostrato quanto siano diverse le "emozioni" individuali riguardo alla paura. E' stata una fase utile per conoscersi più intimamente, per imparare ad accettare le diversità di ognuno e acquisire fiducia negli altri per utilizzarla in caso di reale pericolo.
Fase 3
Successivamente si è ragionato su cosa poter fare per fronteggiare gli eventi pericolosi: sono emerse numerose e le più svariate ipotesi!
Ovviamente si è cercato di sperimentare concretamente tutto ciò che era possibile.
Questa fase ha permesso ai bambini di affrontare situazioni reali e di comprendere quali comportamenti siano più idonei nelle diverse situzioni.
Hanno "toccato con mano" che l'elemento sostanziale, per non avere reazioni abnormi, era mantenere la CALMA. Questo li ha molto "sorpresi" e tranquillizzati.
Fase 4
Dopo avere tratto le dovute conclusioni, si sono applicate per effettuare numerose evacuazioni dall'aula, fino al raggiungimento di un risultato soddisfacente.
I bambini hanno affrontato le prove con serietà e impegno, capendo che uno sbaglio di uno avrebbe potuto compromettere la corretta e veloce evacuazione di tutti.
Fase 5
A questo punto la classe era pronta per l'evacuazione dall'edificio scolastico, insieme ai compagni delle altre classi. E così è stato: alla prima prova generale gli alunni erano spaventati, ma nello stesso tempo molto coordinati e consapevoli dell'importanza del ruolo di ognuno.
In cortile, nell'area di ritrovo, i loro volti esprimevano fierezza e responsabilità. Rientrando a scuola tutti hanno ribadito di sentirsi sicuri e pronti ad affrontare un'eventuale situazione reale di pericolo.
Le diverse fasi sono state registrate sul quaderno e, insieme all'insegnante, si è deciso di tradurre il lavoro in un giornalino intitolato "LA SICUREZZA A SCUOLA", da regalare ai genitori a fine anno scolastico.
E' stata accolta con entusiasmo e con molte aspettative la proposta di partecipare al Concorso "Scuola più sicura 2000"!
22 giugno 2000 Brini M. Cristina
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